Accompagnare il ragazzo verso una scelta consapevole
“Orientarsi in un mondo indeterminato vuol dire accettare il carattere paradossale della vita, fare delle scelte,
consapevoli del loro carattere fragile e provvisorio, impegnarsi in un percorso di progetti precisi con una strategia di attuazione ben sapendo che saranno da rivedere, forse da abbandonare e fare come Cristoforo Colombo: imbarcarsi per le Indie… e scoprire l’America”.
Robert Solazzi Ass. Trouver Créer – Lione
La scelta scolastica al termine della scuola secondaria di primo grado è una decisione molto rilevante nella vita dei ragazzi e delle loro famiglie ed è importante affrontarla con impegno e consapevolezza. Una scelta ponderata e consapevole permette di affrontare meglio le eventuali difficoltà che il ragazzo potrebbe incontrare in futuro. Una buona scelta scolastica inoltre incrementa l’autostima, la fiducia in sé stessi e costituisce la base per nuovi apprendimenti. La probabilità di successo scolastico e lavorativo, infatti, è legata anche alla scelta di una scuola che interessa e motiva il ragazzo ad impegnarsi e ad investirci.
Fin dai primi anni del percorso scolastico, l’educazione – sia da parte degli insegnanti che della famiglia – svolge un ruolo fondamentale per l’orientamento, in quanto fornisce a ragazzo occasioni per capire se stesso, per mettersi in gioco, prendere consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare percorsi esperienziali e verificare gli esiti conseguiti in relazione alle attese. Il punto di vista dei genitori è quello che solitamente influisce maggiormente sulla scelta scolastica in questa età. Ciò sicuramente appartiene al delicato lavoro di genitore in quanto tra le responsabilità dei genitori vi è anche quella di sostenere i figli ad affrontare le scelte della vita, consigliandoli e supportandoli nei momenti difficili. Ma quali sono gli atteggiamenti che i genitori dovrebbero evitare nell’aiutare i figli nella scelta?
imporre la propria volontà, obbligando a scelte che possono essere in contrasto con le sue attitudini;
manipolare la sua decisione ricorrendo a espedienti e a condizionamenti psicologici che lo portino inconsapevolmente a scegliere ciò che il genitore aveva già deciso per lui.
lasciarlo da solo ad affrontare le sue paure, facendogli mancare il sostegno la conferma, oppure le necessarie critiche ed obiezioni.
Come aiutarli allora a scegliere? Cosa è importante fare?
Costruire e mantenere un dialogo costante con i figli dare importanza alla scelta (di cui lui è il protagonista);
mettere al suo servizio la propria esperienza valutando insieme a lui le sue capacità, attitudini, motivazione e le concrete possibilità che la realtà attuale può offrire;
fare loro domande e offrire input costruttivi su che visione hanno di sé (capacità, carattere, interesse ad uno studio più teorico o pratico, tempo studio da volere dedicare, interessi), quello che vogliono, quali possibilità hanno, di quali informazioni dispongono, quali conseguenze possono prevedere;
osservare i loro comportamenti nelle situazioni quotidiane;
stabilire un buon rapporto di comunicazione tra scuola e famiglia;
valutare la possibilità di rivolgersi ad un esperto che accompagni il ragazzo nel processo di scelta.
Orientarsi non è scegliere un mestiere, è un percorso di educazione alla scelta,
è costruire un itinerario navigando tra più ipotesi.
Dott.ssa Francesca Cervati, Psicologa Equipe Orientamento, Casa dello Studente.
Fonti:
“La valigia del genitore”, utile guida realizzata dal Comitato Provinciale per l’Orientamento Scolastico e Professionale della provincia di Verona http://www.cosp.verona.it/materiale/pubblico/La%20valigia%20del%20genitore%2005.pdf
http://www.arces.it