Arriva la pagella… e se i voti sono negativi?
La pagella, chiamata anche scheda di valutazione o “documento di valutazione”, è il documento che riepiloga i risultati scolastici, per singole materie e complessivi, degli allievi delle scuole primarie e secondarie italiane. Due volte all’anno il consiglio di classe, seguendo le indicazioni del collegio docenti, si riunisce per esprimere un giudizio sugli studenti: i voti sono sempre il frutto di una mediazione. Nel 70% delle scuole si vedono online col registro elettronico. La pagella, consegnata in corso d’anno, è l’esito delle scansioni stabilite dal collegio docenti dei singoli istituti; tali scansioni possono essere di due quadrimestri (4+4 mesi) o di trimestre/pentamestre (3+5 mesi). Alla fine dell’anno scolastico, invece, vanno ad indicare dati sull’esito dello scrutinio, in cui il consiglio di classe valuta lo studente complessivamente in tutte le discipline. Nella pagella si registrano anche le ore di assenza e il voto di condotta assegnato collegialmente dal consiglio di classe. Le valutazioni sono sempre numeriche, dalla scuola primaria a quella secondaria di secondo grado, e vanno da 1 a 10. Vengono così definiti: 1 – preparazione nulla; 2 – preparazione o prova del tutto manchevoli o con numero considerevole di errori; 3 – idem, con lieve minore gravità; 4 – preparazione o prova insufficienti, con gravi errori o carenze; 5 – preparazione o prova mediocri; 6 – preparazione o prova sufficienti; 7 – preparazione o prova discrete; 8 – preparazione o prova buone; 9 – preparazione o prova ottime; 10 – preparazione o prova lodevoli.
Il giudizio non è considerato indispensabile, e viene fornito solo se ci sono gravi insufficienze nello scrutinio finale: in questo caso i genitori vengono informati con una lettera delle ragioni dei voti del proprio figlio. Il voto di religione è l’unico che può essere discorsivo (ottimo, discreto, sufficiente), ed è l’unico che non fa media, mentre tutti gli altri concorrono a formare la media e a comporre i crediti formativi. Oltre che conoscenze – competenze – abilità, fanno parte del giudizio: impegno, partecipazione, interesse, desiderio di migliorare nell’apprendimento e nei risultati, presenza assidua alle lezioni, partecipazione alle iniziative di recupero (sia in orario di lezione che in attività extra-curricolari), effettiva dimostrazione di studio domestico.
Cosa succede quando tali valutazioni non sono del tutto positive? Quali sono i vissuti di ragazzi e genitori relativi alla consegna delle pagelle?
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È importante, anzitutto, pensare al fatto che gli stessi ragazzi possono essere frustrati e delusi da un insuccesso e dal confronto con compagni e coetanei. Alcuni potrebbero considerare i voti ricevuti come definitivi e faranno fatica a credere davvero nella possibilità di migliorare. Ecco perché il ruolo e l’atteggiamento dei genitori sono fondamentali. Una “brutta” pagella certo non fa piacere a mamma e papà e si potrebbe tendere automaticamente verso i rimproveri o le punizioni; è importante, però, cercare di comprendere cosa ne pensano i ragazzi e quali sono le difficoltà che incontrano, le cose che li demotivano, come poterli sostenere e motivare. E’ altrettanto importante non coltivare aspettative troppo elevate: i figli devono poter sperimentare la possibilità di fallire senza che ciò significhi non essere in grado di apprendere. Bisogna cercare di non drammatizzare l’evento poiché una brutta pagella non è irrimediabile; i ragazzi devono riuscire a cogliere fiducia da parte dei loro genitori i quali credono in un miglioramento basato su un maggiore impegno.
Cosa fare quando ci sono valutazioni negative nella pagella di metà anno scolastico?
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Primariamente, la pagella permette di capire i limiti e i punti deboli del ragazzo. Rappresenta un momento a partire dal quale è necessario un miglioramento. Innanzitutto è fondamentale comprendere la natura delle difficoltà incontrate: si tratta di insufficienze in alcune materie specifiche accompagnate da voti soddisfacenti nelle altre oppure si tratta di un andamento negativo generalizzato a tutte le discipline? Nel primo caso si potrà strutturare un intervento mirato al recupero delle specifiche materie; sarà opportuno valutare se sia necessario il supporto di un tutor specializzato per spiegare concetti di non semplice comprensione, se iscrivere il ragazzo ai corsi di recupero organizzati dalla scuola o se lasciare che si applichi in autonomia allo studio di tali materie. In linea di massima, a prescindere dalle motivazioni delle insufficienze, è sempre utile fornire ai ragazzi un supporto allo studio. Sia che si tratti di una difficoltà di comprensione di specifici argomenti, sia di un metodo di studio poco efficace o, ancora, di una motivazione scarsa accompagnata da un impegno basso, risulta molto utile affiancare allo studio individuale quello coadiuvato da un tutor. Altrettanto importante è partecipare a tutte le attività di recupero (corsi, laboratori, …) organizzate dalla scuola sia perché utili a rivedere tutti gli argomenti affrontati nei mesi precedenti in classe, sia perché permettono al ragazzo di mostrare al proprio insegnante impegno e buona volontà. Qualora emerga un andamento negativo generalizzato, invece, è fondamentale approfondire maggiormente i vissuti del ragazzo nei confronti della scuola. E’ utile che il genitore si mostri aperto al dialogo e trasmetta al ragazzo stesso l’interesse verso la sua persona primariamente e poi verso le valutazioni scolastiche. Queste, quando negative per la mggior parte, rappresentano probabilmente il segno di un disagio più profondo di carattere esistenziale o più specificatamente, relativo alla scuola. Potrebbe essere utile contattare il coordinatore di classe e/o il dirigente scolastico per pianificare un colloquio in cui sarà presente anche il ragazzo, con la finalità di comprenderne l’effettivo adattamento scolastico e l’eventualità di valutare ulteriori istituti, magari più affini alle proprie risorse e attitudini.
In ogni caso, è fondamentale che bambini e ragazzi non studino solo per prendere un bel voto e sentano che il loro valore non coincide con i giudizi che ricevono. Questi corrispondono ad una valutazione delle prestazioni, possono riflettere l’andamento degli apprendimenti, danno indicazioni su conoscenze e motivazioni ma non dovrebbero mai corrispondere ad una valutazione della persona. Gli anni della scuola dovrebbero essere caratterizzati da voglia di imparare, curiosità e interesse. Il vero apprendimento non è legato solo al voto ma si impara anche dalle esperienze, dagli errori quotidiani e dall’esempio degli adulti.
A cura della Dott.ssa Daphne Scotto di Carlo, Psicologa Casa dello Studente