Attila fra i banchi di scuola

22 Aprile 2018
Notizie

Attila è puro colore: il rosso carota dei capelli e l’azzurro cielo degli occhi, il giallo delle patacche di sugo e le virgole di pennarello sulla t-shirt, l’arcobaleno di un’anima caleidoscopica: intuitiva, genuina, creativa. Fabbrica buste postali, aeroplanini e origami.  La carta dalle sue mani prende forma, si alza in volo, custodisce segreti, si schiude e prende vita. Inscena scuse camuffandosi da cabarettista per non scrivere, si sente inadeguato, inferiore, persino brutto. Si dice che morda e picchi chi lo prende in giro e chi se ne prende cura si preoccupa unicamente che la sua fama non lo preceda e che là dove passi continui a crescere l’erba. Per loro l’importante è che si sia comportato bene e che abbia fatto il bravo.

Il bello di Attila è che ti mette alle corde e devi sempre improvvisare: da lui sorge l’ispirazione e tu la devi convogliare, plasmare. Ho dovuto tagliargli una ciocca di capelli durante la prima lezione: si era spalmato una gomma da masticare in testa. Da quell’episodio ho capito che avrebbe sprigionato la fantasia, l’inventiva ma soprattutto l’affettività di chi viene a insegnare da me. È impossibile non adorarlo e rifiutare la sua mano tesa che ti invita a decollare con lui. Come tutti noi anche lui ha i propri segreti, ha un’intimità che ha bisogno di un vocabolario e dita esperte per sbrogliare la matassa dei suoi sentimenti. Qualcosa mi dice che quelle buste vogliono raccontare una storia triste, che vuole essere ascoltata e sviluppata perché non ristagni o si cristallizzi in un dramma esistenziale. Perché non rimanga solo il giudizio superficiale sull’irrequietezza e l’oppositività o la valutazione sterile sulle abilità, competenze e prestazioni scolastiche. Attila un giorno mi ha scritto “mi hanno umiliato …” e ho promesso a me stesso che questo segreto sarà al sicuro con me e di certo non da solo …

Il responsabile della filiale di Paderno/Passirano Federico Fontana, Psicologo

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