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Compiti delle vacanze… no stress!

21 Giugno 2019
Supporto Scolastico
Student Studying Hard Exam and Sleeping on Books, Tired Girl Read Difficult Book in Library

E’ arrivata la fine dell’anno scolastico e con essa la famigerata assegnazione dei compiti che accompagneranno gli studenti durante questo periodo. L’argomento compiti estivi da sempre è al centro di forti dibattiti tra insegnanti, alunni, genitori ed educatori. Spesso si assiste alla formazione di due schieramenti contrapposti che coinvolgono, da un lato, quanti trovano i compiti delle vacanze necessari al fine di mantenere il cervello allenato anche durante la pausa estiva e, dall’altro, quanti preferirebbero che gli alunni si godessero l’estate senza troppi pensieri. I compiti delle vacanze racchiudono diversi aspetti positivi e negativi che vale la pena approfondire ed analizzare. Tra gli argomenti a favore troviamo certamente la possibilità di potenziare e consolidare gli apprendimenti. La revisione delle conoscenze apprese durante l’anno scolastico, infatti, permette agli studenti di far propri concetti e competenze, sviluppare una buona autonomia di lavoro e maturare una maggior consapevolezza rispetto alle tematiche oggetto di studio. Il periodo estivo, inoltre, può essere dedicato alla costruzione e/o al consolidamento di un metodo di studio personale ed efficace, da mettere in campo in vista del nuovo anno scolastico. Per bambini e ragazzi con disturbi dell’apprendimento la pausa estiva offre la possibilità di lavorare in modo mirato sull’utilizzo degli strumenti compensativi e dei software. L’assenza di stringenti impegni scolastici permette, infatti, di investire più tempo nel formare gli studenti a costruire mappe concettuali, redigere formulari e padroneggiare gli strumenti a loro disposizione.

Stabilito che i compiti estivi siano importanti per mantenere un legame con la scuola e gli apprendimenti, è tuttavia doveroso ricordare che una mole eccessiva di lavoro rischia di diventare controproducente per lo studente. E’ necessario, infatti, che gli alunni sfruttino i 3 mesi di pausa per trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici, per coltivare le passioni ed allenare gli interessi, senza essere costantemente afflitti dal pensiero dei compiti. Per questo motivo,  il lavoro estivo proposto agli studenti deve essere dosato e modulato con criterio ed attenzione. Se è vero che una mole di lavoro eccessivo rischia di essere dannosa, è anche vero che tenere la mente allenata durante l’estate non può che essere considerata una buona pratica. Facendo due chiacchiere con studenti e genitori si percepisce come la gestione dei compiti estivi sia spesso fonte di litigi e stress all’interno delle famiglie, soprattutto quando la quantità di esercizi e studio assegnata è considerevole. La domanda che sorge spontanea è: “ Com’è possibile godersi le vacanze senza farsi prendere dal panico dei compiti?” Per evitare che ciò accada, è utile che genitori e figli, già a partire dalla fine dell’anno scolastico, stabiliscano insieme come organizzare il lavoro estivo. Pianificare in modo chiaro i tempi e le modalità di svolgimento dei compiti permette di bilanciare il tempo da trascorrere sui libri e quello da dedicare alle attività di svago. Si evita così di accumulare il carico di lavoro a fine estate e costringere i bambini a trascorrere innumerevoli ore sui compiti.

A tal proposito, esistono una serie di accorgimenti utili a suddividere in modo equilibrato i compiti estivi, come ad esempio:

  • stendere un elenco di tutti i compiti assegnati, dividendoli per materia ed argomento;
  • recuperare il materiale utile allo svolgimento (schemi e formulari redatti durante l’anno scolastico);
  • contare i giorni di vacanza utili da dedicare alle attività scolastiche (escludendo i periodi dedicati ai viaggi o alle attività ludico-ricreative programmate);
  • redigere una tabella di marcia, individuando quanti giorni sono necessari per ciascuna materia e suddividendo le pagine del libro.

Nel caso in cui la famiglia decida di concedersi un periodo prolungato di vacanza, sarebbe opportuno concordare con i figli un periodo di ripasso prima dell’inizio della scuola, in modo da riavvicinarsi progressivamente al mondo scolastico, evitando un rientro a scuola traumatico nel quale l’alunno possa sentirsi impreparato o con la mente ancora in vacanza. Per rendere più piacevoli le ore trascorse sui libri potrebbe, infine, essere utile creare un gruppo di studio con amici e compagni di classe o predisporre delle attività scolastiche stimolanti e creative (come, ad esempio, svolgere degli esperimenti di scienze o leggere dei libri riguardanti le proprie passioni). Il segreto del successo sta nel pianificare un’attività estiva capace di conciliare la giusta dose di studio con il divertimento.

A cura della Dott.ssa Valentina Saleri, Psicologa Casa dello Studente

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