Compiti delle vacanze… no stress!

E’ arrivata la fine dell’anno scolastico e con essa la famigerata assegnazione dei compiti che accompagneranno gli studenti durante questo periodo. L’argomento compiti estivi da sempre è al centro di forti dibattiti tra insegnanti, alunni, genitori ed educatori. Spesso si assiste alla formazione di due schieramenti contrapposti che coinvolgono, da un lato, quanti trovano i compiti delle vacanze necessari al fine di mantenere il cervello allenato anche durante la pausa estiva e, dall’altro, quanti preferirebbero che gli alunni si godessero l’estate senza troppi pensieri. I compiti delle vacanze racchiudono diversi aspetti positivi e negativi che vale la pena approfondire ed analizzare. Tra gli argomenti a favore troviamo certamente la possibilità di potenziare e consolidare gli apprendimenti. La revisione delle conoscenze apprese durante l’anno scolastico, infatti, permette agli studenti di far propri concetti e competenze, sviluppare una buona autonomia di lavoro e maturare una maggior consapevolezza rispetto alle tematiche oggetto di studio. Il periodo estivo, inoltre, può essere dedicato alla costruzione e/o al consolidamento di un metodo di studio personale ed efficace, da mettere in campo in vista del nuovo anno scolastico. Per bambini e ragazzi con disturbi dell’apprendimento la pausa estiva offre la possibilità di lavorare in modo mirato sull’utilizzo degli strumenti compensativi e dei software. L’assenza di stringenti impegni scolastici permette, infatti, di investire più tempo nel formare gli studenti a costruire mappe concettuali, redigere formulari e padroneggiare gli strumenti a loro disposizione.
Stabilito che i compiti estivi siano importanti per mantenere un legame con la scuola e gli apprendimenti, è tuttavia doveroso ricordare che una mole eccessiva di lavoro rischia di diventare controproducente per lo studente. E’ necessario, infatti, che gli alunni sfruttino i 3 mesi di pausa per trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici, per coltivare le passioni ed allenare gli interessi, senza essere costantemente afflitti dal pensiero dei compiti. Per questo motivo, il lavoro estivo proposto agli studenti deve essere dosato e modulato con criterio ed attenzione. Se è vero che una mole di lavoro eccessivo rischia di essere dannosa, è anche vero che tenere la mente allenata durante l’estate non può che essere considerata una buona pratica. Facendo due chiacchiere con studenti e genitori si percepisce come la gestione dei compiti estivi sia spesso fonte di litigi e stress all’interno delle famiglie, soprattutto quando la quantità di esercizi e studio assegnata è considerevole. La domanda che sorge spontanea è: “ Com’è possibile godersi le vacanze senza farsi prendere dal panico dei compiti?” Per evitare che ciò accada, è utile che genitori e figli, già a partire dalla fine dell’anno scolastico, stabiliscano insieme come organizzare il lavoro estivo. Pianificare in modo chiaro i tempi e le modalità di svolgimento dei compiti permette di bilanciare il tempo da trascorrere sui libri e quello da dedicare alle attività di svago. Si evita così di accumulare il carico di lavoro a fine estate e costringere i bambini a trascorrere innumerevoli ore sui compiti.
A tal proposito, esistono una serie di accorgimenti utili a suddividere in modo equilibrato i compiti estivi, come ad esempio:
- stendere un elenco di tutti i compiti assegnati, dividendoli per materia ed argomento;
- recuperare il materiale utile allo svolgimento (schemi e formulari redatti durante l’anno scolastico);
- contare i giorni di vacanza utili da dedicare alle attività scolastiche (escludendo i periodi dedicati ai viaggi o alle attività ludico-ricreative programmate);
- redigere una tabella di marcia, individuando quanti giorni sono necessari per ciascuna materia e suddividendo le pagine del libro.
Nel caso in cui la famiglia decida di concedersi un periodo prolungato di vacanza, sarebbe opportuno concordare con i figli un periodo di ripasso prima dell’inizio della scuola, in modo da riavvicinarsi progressivamente al mondo scolastico, evitando un rientro a scuola traumatico nel quale l’alunno possa sentirsi impreparato o con la mente ancora in vacanza. Per rendere più piacevoli le ore trascorse sui libri potrebbe, infine, essere utile creare un gruppo di studio con amici e compagni di classe o predisporre delle attività scolastiche stimolanti e creative (come, ad esempio, svolgere degli esperimenti di scienze o leggere dei libri riguardanti le proprie passioni). Il segreto del successo sta nel pianificare un’attività estiva capace di conciliare la giusta dose di studio con il divertimento.
A cura della Dott.ssa Valentina Saleri, Psicologa Casa dello Studente