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Le Parole e i gesti che valgono molto.

01 Dicembre 2016
Notizie

Le cose più semplici della vita sono anche quelle più straordinarie (Paulo Coelho).

Ci sono parole e gesti che hanno potere. Possono farci arrabbiare o riflettere, trascinarci in un vortice di felicità o gettarci nella disperazione, deluderci, ferirci, regalarci un sorriso, farci sentire orgogliosi, migliorare o peggiorare improvvisamente la giornata, modificare la prospettiva in modo silenzioso depositandosi nel luogo più profondo e protetto dell’anima e mostrandoci le cose da un milione di punti di vista diversi. Ci sono parole giuste o sbagliate, e poi quelle importanti, che sono anche le più difficili da dire perché giacciono troppo vicine al punto dove pulsa il nostro cuore segreto. Nel film di Roberto Benigni “La tigre e la neve” il protagonista afferma che “se le parole non sono giuste, nulla lo può essere”. Ci sarà nel mondo qualcuno che di mestiere sa sempre trovare le parole giuste e metterle in un modo che quando gli si riempie il cuore di colori riesca a farlo palpitare a chiunque le legga? La risposta è sì, il poeta. Non tutti lo siamo, é ovvio, ma è anche vero che ognuno di noi può addentrarsi quotidianamente in questa meravigliosa ricerca di parole e gesti da condividere per sentirsi più vicino agli altri e parte di qualcosa. La qualità della comunicazione è un aspetto importante della vita quotidiana perché comunicare efficacemente aumenta il benessere e migliora sensibilmente le relazioni interpersonali. Nel lavoro di tutti i giorni in filiale capita spesso di suggerire ai ragazzi di tenere un quaderno per la matematica in modo da poter aggiornare periodicamente i formulari e uno per le lingue straniere così da incrementarne il lessico, la conoscenza delle strutture grammaticali e la funzione comunicativa. E se anche noi educatori, psicologi, docenti, genitori, ci dotassimo di un “quaderno delle parole giuste e dei gesti significativi” da tenere costantemente aggiornato, non tanto per iscritto quanto piuttosto nell’anima? Un diario che arricchisca di giorno in giorno il lessico emotivo e la capacità di valorizzare chi ci sta intorno, da riempire di getto senza limiti di lunghezza secondo le preferenze, la creatività, l’originalità e la sensibilità di chi lo scrive, con sensazioni, suggestioni, espressioni come “sono orgoglioso di te!”, “sono contento di vederti oggi!”, “stai lavorando molto bene!”, “che bei voti questa settimana!”, “come ti senti in questi giorni?”, “ce la puoi fare!”, “c’é qualcosa che ti preoccupa?”, “sei un ragazzo intelligente!”, “mi piacerebbe ascoltarti!”, “ricorda che vali!”, “continua così!”, “ottimo lavoro!”, “quanti canestri hai segnato nella partita di sabato?”, “sono sicuro che la prossima interrogazione andrà bene!”. E mille, un milione di altre possibili frasi, attenzioni, premure, insieme a semplici gesti quotidiani come un abbraccio o il darsi un cinque per un voto positivo, prendere un gelato insieme, condividere idee ed opinioni per apprezzare il valore del confronto, e a tutte le prese in giro scherzose espresse con quel linguaggio senza filtri, talvolta irriverente e divertente fino alle lacrime, che nasce dalla stima e dall’affetto reciproci. Queste cose fanno tutta la differenza del mondo, valgono molto e costano poco e danno ai ragazzi la rassicurante percezione di essere ascoltati e capiti, restituendo loro quel senso di fiducia, autostima ed efficacia personale che li fa crescere come studenti e individui. Questo è importante anche per noi, ci rende profondamente orgogliosi per essere stati di aiuto e ci fa sentire soddisfatti anche nelle giornate più difficili e impegnative, accompagnandoci fino alla sera e facendoci sorridere anche in contesti lontani dai libri scolastici. Ci dà tanti motivi per rimanere e altrettanti per tornare. così come a scuola ci è stato insegnato che la distanza più breve tra due punti è una linea retta, aiutiamo i ragazzi a capire che nella vita la distanza più breve tra due persone è un sorriso. lasciamo che la nostra presenza sia come una gomma gigante che cancelli le parole “non” e “mai” dalla frase “io non ce la farò mai” e faccia comprendere loro che quando abbiamo un obiettivo che riteniamo importante non dobbiamo permettere a niente e a nessuno di fermarci, perché in fondo un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.

Dott. Federico Zanardini, Psicologo, Responsabile di Filiale Casa dello Studente, Castelmella.

Laura Chiodi, Manuela Moia, Sara Cristani, docenti Casa dello Studente.

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